google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 COMICI ROMANI: Alberto Sordi google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0
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Alberto Sordi Biografia

Alberto Sordi nasce il 15 giugno del 1920 a Roma, nel cuore di Trastevere, da Pietro Sordi, direttore d’orchestra e concertista presso il teatro dell’opera di Roma, e Maria Righetti, insegnante.
Ha due sorelle, Savina e Aurelia, ed un fratello, Giuseppe, detto Pino. La famiglia ha sempre rappresentato un punto fermo nella sua vita grazie al calore e alla serenità che Sordi ha ricevuto fin dalla sua infanzia.
Già durante la scuola elementare Sordi girava l’Italia con la piccola compagnia del “Teatrino delle marionette”, diretta dal professor Parodi. Ha cantato anche da soprano nel coro della Cappella Sistina, diretto da Lorenzo Perosi, fino alla prematura trasformazione da voce bianca a quella di basso, diventata poi una delle sue caratteristiche distintive più apprezzate.

Nel 1931 Alberto Sordi frequenta l’Istituto d’Avviamento Commerciale “Giulio Romano” a Trastevere, ma, abbandonati gli studi nel 1936, si diplomerà in seguito da privatista.
Inizia così, a soli sedici anni, la sua esperienza nel mondo dello spettacolo incidendo con la Fonit un disco di fiabe musicali per bambini.
Sordi si iscrive all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, ma presto ne sarà espulso per il forte accento romanesco.
Questo insuccesso lo spinge a fare del suo difetto un punto di forza e l’origine della sua grande comicità.
Dopo una prima esperienza negativa nel mondo del teatro leggero a causa dell’incompetenza del suo partner, torna a Roma dove Alberto Sordi avrà il suo primo contatto con il cinema partecipando come comparsa al film “Scipione l’Africano” di Carmine Gallone, presentato alla Mostra di Venezia nel 1937.

Nel 1937, grazie alla vittoria del concorso della Metro Goldwyn Mayer come doppiatore di Oliver Hardy,Sordi ottiene il suo primo lavoronell’avanspettacolo.
Debutta come Albert Odisor in qualità di imitatore di Stanlio e Ollio al Teatro Augustus di Genova, dove conosce il già noto Aldo Fabrizi che lo chiamerà nella sua compagnia formata con Anna Fougez.
Alberto Sordi comincia a frequentare l’alta società e seguendo la sua seconda grande passione dopo il cinema, l’antiquariato, conosce l’antiquario Apolloni che gli presenta Mario Bonnard. Gira, travestito da leone, alcune sequenze de “Il feroce Saladino” dello stesso Bonnard, film che vede nel ruolo di prima attrice la sedicenne Alida Valli. In realtà, Sordi fu sostituito nelle ultime scene del film da un’altra comparsa. Infatti, durante le riprese il giovane Sordi, per avvicinarsi alla bella Valli, tentò di sostituirsi al protagonista francese cantando una canzone al suo posto. Questa iniziativa non solo non gli permise di recitare al fianco di Alida ma gli causò una rovinosa caduta che lo fece cacciare dal set.

Nel 1938 Sordi viene scritturato come accompagnatore delle soubrette in una Compagnia di rivista di Riccioli – Primavera. La sua tenacia gli consente prima di reinventarsi come ballerino classico e poi di essere “promosso” al ruolo di maggiordomo in uno sketch di Benini e Gori scritto appositamente per lui.

Nel '40 interpreta piccoli ruoli ne “La notte delle beffe” e in “Cuori nella tormenta”, entrambi di Carlo Campogalliani.

Nel 1941, dopo la morte del papà, la famiglia di Sordi si trasferisce nel centro storico di Roma. Alberto continua la sua esperienza nel mondo dello spettacolo con piccole parti in diversi film. La sua prima grande occasione nel cinema gli viene data da Mario Mattoli nel film “I tre aquilotti” in cui è co-protagonista a fianco di Leonardo Cortese, Carlo Minello e Michela Belmonte. I suoi primi veri successi, però, arrivano dal teatro come presentatore e comico al Cinema Teatro Galleria di Roma nella Compagnia di rivista di Fanfulla.
Con lo spettacolo teatrale “Ritorna Za-Bum” (1943), scritto da Marchesi, continua il sodalizio artistico con Mario Mattoli. E’ in scena al Quirino con Carlo ed Ave Ninchi, Isa Pola e Rolando Lupi.

Nel 1944 Alberto Sordi debutta al Quattro Fontane con “Sai che ti dico?” sempre di Marchesi con regia di Mattoli. Riesce ad emergere nell’immobile ambiente cinematografico con “Tre ragazze cercano marito” di Duilio Coletti.
Con la Liberazione di Roma inizia una nuova e più brillante stagione della satira politica; Sordi prende parte alla rivista “Imputati…alziamoci!” di Michele Galdieri e appare per la prima volta in grande sui manifesti dello spettacolo.

Durante il 1945 è il doppiaggio a offrirgli molto lavoro; presta la sua voce non solo ad Oliver Hardy ma anche a celebri attori americani (ad esempio Robert Mitchum, Anthony Quinn) ed italiani (Marcello Mastroianni per “Domenica d’agosto” di Luciano Emmer), senza contare innumerevoli voci di caratteristi (in “Ladri di biciclette” di Vittorio De Sica, “Anni difficili” di Luigi Zampa o “Duello al sole” di King Wallis Vidor, eccetera).
Anche la rivista continua a regalargli numerose possibilità con “Soffia so’ n. 2”, “Il figlio della lupa” ed “Il boy scout”. La satira politica era ancora pericolosa, infatti Sordi riceve alcune minacce quando “Soffia so’” viene presentato a Milano.
Il cinema è ancora il suo punto debole. Nonostante le numerose critiche al film di Mario Soldati “Le miserie del signor Travet” tratto dalla commedia di Bersezio, Sordi viene citato molto poco, anche se positivamente.

Il 1947 è l’anno dell'esordio di Alberto Sordi alla radio con i programmi di varietà “Rosso e nero” e “Oplà” presentati da Corrado. Il suo primo personaggio, il Signor Dice, ha un grande successo di pubblico e delinea il prototipo dell’italiano medio in modo ironico e dissacrante.
Sempre piccole parti nel cinema, ad eccezione del personaggio interpretato in “Il delitto di Giovanni Episcopo” di Alberto Lattuada, mentre continua a mettersi in luce nella rivista “E lui dice…”, al Teatro Quattro Fontane di Roma, con lo sketch intitolato “Pensa a te e alla famiglia tua”.
Alle apparizione in film minori, durante il 1948 si alternano successi alla radio dove inizia la trasmissione “Vi parla Alberto Sordi”.
Inventa nuovi personaggi di grande impatto sul pubblico come “Mario Pio”, “Il compagnuccio della parrocchietta” ed “Il conte Claro”, mentre, seguendo la moda delle canzonette, incide per la Fonit, titoli quali “Nonnetta”, “Il carcerato”, “Il gatto”, “Il milionario” da lui scritte e cantate.

Nel 1950 Alberto Sordi fonda con De Sica la P.F.C. (Produzione Film Comici). Inizia le riprese del suo primo film da protagonista “Mamma mia, che impressione!” diretto da Roberto Savarese. Sordi scrive anche il soggetto e la sceneggiatura, quest’ultima anche insieme a Zavattini, ispirandosi al suo personaggio radiofonico “Il compagnucio della parrocchietta”.
Come miglior attore radiofonico del 1949 Sordi riceve la “Maschera d’argento”. Otterrà questo premio anche nel 1950 sempre per la radio, e dal 1965 al 1970 per le sue performance cinematografiche.
Muore la madre. Sciolta la P.F.C., Sordi si cimenta nuovamente in una rubrica radiofonica: “Il teatro di Alberto Sordi”. Esce “Mamma mia, che impressione!”. Dopo una parte secondaria nel film di Giorgio Pàstina, “Cameriera bella presenza offresi…”, Fellini gli offre la sua grande occasione scegliendolo per la parte dello sceicco romanesco ne “Lo sceicco bianco”.
La sua vera consacrazione viene dall’ultima esperienza nel teatro di rivista, nel 1952, come protagonista a fianco di Wanda Osiris di “Gran baraonda” di Garinei, Giovannini e Kramer.

E' nel 1953 che Sordi conquista la critica con “I vitelloni” di Federico Fellini e con “Un giorno in pretura” di Steno, il cui personaggio Ferdinando Moriconi detto “l’americano” segna una svolta nel cinema italiano di costume.Durante il 1954 il cinema consacra Alberto Sordi.
In un solo anno escono 13 film da lui interpretati, fra cui “Il seduttore” di Franco Rossi, “Il matrimonio” di Antonio Petrucci e “Un americano a Roma” di Steno, nel quale reinterpreta Nando Moriconi, il celeberrimo “americano” di “Un giorno in pretura”.  Ottiene il “Nastro d’argento” come miglior attore non protagonista per “I vitelloni”.

Nel 1955 Sordi interpreta altri 8 film che lo fanno apprezzare anche dalla critica più seria. Alcuni titoli: “Il segno di Venere” di Dino Risi, “L’arte di arrangiarsi” di Luigi Zampa, “Un eroe dei nostri tempi” di Mario Monicelli, “Buonanotte…avvocato!” di Giorgio Bianchi.
La sua fama diventa internazionale: il presidente degli Stati Uniti Truman lo invita a Kansas City dove riceve le chiavi della città e la carica di Governatore Onorario come “premio” per la propaganda favorevole all’America promossa da “Nando Moriconi”.
Altri 5 film nel 1956, tra cui “Mi permette, babbo!” di Mario Bonnard e “Lo scapolo d’oro” di Antonio Pietrangeli, per il quale Sordi riceve il suo primo “Nastro d’Argento” come migliore attore protagonista.

Fra i 6 film da lui interpretati nel 1957 ci sono “Il conte Max” di Giorgio Bianchi, “Il medico e lo stregone” di Mario Monicelli, il remake di “Addio alle armi” diretto da Charles Vidor. In Spagna inizia le riprese de “Il marito” di Nanni Loy e Gianni Puccini.

Nel 1958 Alberto Sordi riceve il titolo di Commendatore dell’Ordine della Repubblica dal Presidente Giovanni Gronchi. Nell'anno altri 7 film tra cui “Ladro lui, ladra lei”, diretto da Luigi Zampa, per cui riceverà la “Grolla d’oro” e “Il marito”. “La grande guerra” di Mario Monicelli, con un indimenticabile Vittorio Gassman, “I magliari” di Francesco Rosi e “Il vedovo” di Dino Risi sono i più importanti dei 10 film girati nel 1959. Riceve la “Medaglia d’oro” del Premio “Una vita per il cinema” con la motivazione: “Per la costante affermazione di una personalità che, rinnovando le tradizioni comiche italiane, ha dato vita a personaggi nei quali si riflettono costumi e valori umani del nostro tempo”.

E nel 1960, grazie alla sua interpretazione ne “La grande guerra” riceve il secondo “Nastro d’argento” come migliore attore protagonista e il suo primo “David di Donatello”. Escono inoltre “Tutti a casa” di Luigi Comencini, “Il vigile” di Luigi Zampa, “Crimen” di Mario Camerini e “Gastone” ultima collaborazione con Mario Bonnard. Firma un contratto in esclusiva per tre film all’anno con Dino De Laurentiis: un rapporto durato alcuni anni tra dissapori e realizzazioni di grandi progetti.

Nel 1961 riceve il “David di Donatello” e “La grolla d’oro” per “Tutti a casa”. Interpreta altri tre film: “I due nemici” di Guy Hamiton accanto a David Niven, “Il giudizio universale” di De Sica e “Una vita difficile” di Dino Risi.

Nel 1962 gira “Mafioso” di Alberto Lattuada e “Il commissario” di Luigi Comencini. Le riprese in Svezia de “Il diavolo” di Gian Luigi Polidoro, film quasi del tutto improvvisato, lo introducono anche nel campo della regia.

Con “Il diavolo” nel 1963 raggiunge la notorietà anche negli Stati Uniti dove riceve il “Globo d’oro”; con lo stesso film vince anche “L’Orso d’oro” a Berlino. Nelle sale arrivano anche “Il boom” di De Sica e “Il maestro di Vigevano” di Elio Petri.

Nel 1964 interpreta, accanto alla Mangano, il film ad episodi “La mia signora” di Mauro Bolognini ed “Il disco volante” di Tinto Brass, nel quale dà vita a ben quattro personaggi. Poi parte per il Brasile con il suo sceneggiatore di fiducia, Rodolfo Sonego, per girarvi un film, che non verrà mai realizzato

Siamo nel 1965 e a gennaio scade il contratto con Dino De Laurentiis.
Gira 5 film di non grande rilevanza. A giugno si reca a Londra per la presentazione del film “ Quei temerari sulle macchine volanti” al “Royal World Charity Premiere”. Il ruolo di “attore” non gli basta più, così decide di cimentarsi nella regia. Nel mese di novembre torna a Londra dove inizierà le riprese del suo esordio in qualità di regista: “Fumo di Londra”.
Con “Fumo di Londra”, che in Italia è accolto meglio al Centro-Sud che al Nord, Alberto Sordi riceve il “David di Donatello” nel 1966. Escono altri film da lui interpretati: “I nostri mariti” (l’episodio “Il marito di Roberta” di Luigi Filippo D’Amico) e “Le Fate” (l’episodio “Fata Marta” di Antonio Pietrangeli).
Sempre più interessato alla regia che alla sola interpretazione, ad agosto inizia le riprese di “Scusi, lei è favorevole o contrario?”, in cui sarà anche protagonista e cosceneggiatore insieme ad Amidei. In televisione prende parte, con Mina e le sorelle Kessler, a “Studio Uno”.

Nel 1967 negli Stati Uniti dirige, cura la sceneggiatura insieme a Sonego e interpreta, a fianco di De Sica, “Un italiano in America”. Continua comunque a lavorare anche per altri registi: esce “Le streghe” (episodio “Senso civico” di Mauro Bolognini).

Nel 1968 escono “Il medico della Mutua” di Luigi Zampa che ottiene un enorme successo di pubblico e “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa?” di Ettore Scola, dove Sordi abbozza la cinica figura del borghese facoltoso ed arrogante.

Nel 1969, per “Il medico della mutua”, Alberto Sordi è premiato conil “David di Donatello” ,Dirige e interpreta “Amore mio, aiutami” con la bravissima Monica Vitti. Poi nel film di Luigi Magni “Nell’anno del Signore” schizza la figura di un ingenuo frate a fianco di Nino Manfredi, Claudia Cardinale e Ugo Tognazzi.
Tornato da un viaggio in Brasile, lavora ne “Il Presidente del Borgorosso Football Club” di Luigi Filippo D’Amico ed interpreta alcuni episodi, due di “Le coppie” ed uno di “Contestazione Generale”. In quest’ultimo Sordi veste di nuovo i panni di un religioso, anche se in questo caso è un prete di paese a volte sciocco, a volte eccelso.

Nel 1971 “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy e “Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata” di Luigi Zampa lo vedono nuovamente protagonista indiscusso. Sordi, che si destreggia fra le patrie galere in versione piccolo borghese e da proletario tra le strade australiane, coinvolge ed affascina il pubblico.

Escono altri due film nel 1972: “Lo scopone scientifico” di Luigi Comencini e “La più bella serata della mia vita” di Ettore Scola e riceve il “David di Donatello” per “Detenuto in attesa di giudizio”.
Muore sua sorella Savina.

Nel 1973 in “Anastasia mio fratello” di Steno interpreta di nuovo la parte di un prete mentre in “Polvere di stelle”, di cui è anche regista, rivisita il suo passato nell’avanspettacolo.

Nel 1974 interpreta e dirige “Finché c’è guerra c’è speranza”. Sordi è sempre più intento ad occuparsi di tutti gli aspetti del film, dall’ideazione alla realizzazione.

Nel 1975 interpreta l’episodio “Il gorilla” nel film “Di che segno sei?” diretto da Sergio Corbucci, nel quale veste ancora una volta i panni dell’ormai mitico Ferdinando Moriconi, “promosso” ad agente privato.

Nel 1976 dirige tutti e quattro gli episodi de “Il comune senso del pudore” e ne interpreta uno. In “Quelle strane occasioni” di Luigi Comencini (episodio “L’ascensore”) veste gli abiti di un dissoluto Monsignore che seduce una innocente ragazza in ascensore sempre con quel suo modo furbo e dissacrante.

Grande successo nel 1977 di “Un borghese piccolo piccolo” diretto da Mario Monicelli. La sua toccante e drammatica interpretazione gli varrà il “David di Donatello” e “La grolla d’oro”. Interpreta, inoltre, tre episodi de “I nuovi mostri” (“First Aid” di Mario Monicelli, “Come una regina” di Dino Risi e “L’elogio funebre” di Ettore Scola). Del film in tre episodi “Dove vai in vacanza?”, Sordi interpreta e dirige nel 1978 “Vacanze intelligenti”, con il quale riesce persino ad ironizzare, con grande maestria, su un “mostro sacro” della cultura italiana: la Biennale d’Arte di Venezia.

Esce nelle sale italiane nel 1979 “Il testimone” di Jean-Pierre Mocky, girato in Francia.
Durante le riprese de “Il malato immaginario”, di Tonino Cervi, tratto da Molière, prepara “Storia di un italiano II serie”. Questo secondo ciclo di 6 puntate, in onda dal 4 novembre al 9 dicembre sempre su Raidue, continua a riscuotere grande successo.

Durante il Natale 1980/81 escono due film: “Io e Caterina” di cui è regista e interprete e “Il marchese del Grillo” diretto da Monicelli.

Nel film del 1982 “Io so che tu sai che io so”, di cui è anche regista, si ricostituisce la coppia Alberto Sordi - Monica Vitti.

Nel 1983, con il “Tassinaro”, Sordi è ancora il regista di se stesso. In estate RaiDue ripropone “Storia di un italiano, III serie”, con indici di ascolto sempre molto elevati.

Durante il 1984/85 interpreta tre film: “Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno” di Mario Monicelli, “Sono un fenomeno paranormale” di Sergio Corbucci, “Tutti dentro” di cui è anche regista, nel quale anticipando gli avvenimenti di Tangentopoli dimostra, ancora una volta, di essere un acuto ed analitico osservatore della società italiana.

Un altro grande successo arriva nel 1986 con il film “Troppo forte” in cui Albertone è diretto da Carlo Verdone. In primavera, il Museum of Modern Art di New York organizza la “Comedy, italian style”, una manifestazione cinematografica durante la quale vengono proiettati circa 60 film in lingua italiana con sottotitoli in inglese. All’inaugurazione gli ospiti d’onore sono Alberto Sordi e Monica Vitti.

RaiUno nel 1987 trasmette in 4 puntate la versione integrale de “Il tassinaro” che riscuote notevoli consensi. Nel varietà “Effetto Nuvolari” (regia di Enzo Trapani, presentato da Alberto Lionello), trasmesso da RaiUno dal Palatrussardi di Milano, Sordi regala al suo pubblico un lungo monologo.

Nel periodo natalizio 1988/89 esce nelle sale il film “Una botta di vita”, diretto da Enrico Oldoini, sceneggiato e interpretato dallo stesso Sordi. Nella nuova riduzione televisiva de “I promessi sposi”, per la regia di Salvatore Nocita, Sordi interpreta il personaggio di Don Abbondio. Lo sceneggiato viene trasmesso su RaiUno in 5 episodi.

Nel 1990 interpreta Arpagone ne “L’avaro” di Tonino Cervi, tratto dall’omonimo romanzo di Molière. Interpreta anche, come attore non protagonista, il marchese Arquati ne “In nome del popolo sovrano” di Luigi Magni, a fianco di Nino Manfredi, Luca Barbareschi e Serena Grandi.

Muore il 25 febbraio 2003 all'età di 82 anni, dopo una lunga carriera che annovera nella sua film ben 190 film, alcuni dei quali restano a tutt'oggi degli autentici capisaldi nella storia del nostro cinema.